L’incredibile storia delle PGF a Londra 1908
La Palestra Ginnastica Ferrara ha partecipato cinque volte, con i propri rappresentanti, alle Olimpiadi. La prima volta fu a Londra 1908 la squadra della PGF, capitanata da Alfonso Manarini, meritò il sesto posto per la ginnastica di gruppo!
Inoltre Pietro Bragaglia (Ferrara, 1890 – Cagliari 29/01/1956) fu il primo alfiere italiano alle Olimpiadi! Junior della PGF venne scelto come portabandiera per di Londra 1908 quando aveva solo diciotto anni, anche se poi non prese parte a nessuna competizione.
Le competizioni di ginnastica alla IV Olimpiade furono rappresentate da due eventi (individuale e a squadre) svolti allo Stadio di White City di Londra tra il 14 e il 16 luglio 1908. Nel Concorso a squadre maschile ogni formazione esegui un esercizio di massa in un limite di tempo di 30 minuti. Gli esercizi potevano essere a corpo libero, con attrezzi a mano o una combinazione di entrambi. Una squadre poteva schierare da 16 fino a 40 ginnasti. Parteciparono 95 atleti in rappresentanza di 11 nazioni, con questa classifica:
1^ SVEZIA pt 438
2^ NORVEGIA pt 425
3^ FINLANDIA pt 405
4^ DANIMARCA pt 378
5^ FRANCIA pt 319
6^ ITALIA pt 316
7^ PAESI BASSI pt 297
8^ GRAN BRETAGNA pt 196
Come detto in rappresentanza dell’Italia gareggiava la squadra della PGF composta da: Alfredo Accorsi, Umberto Agliorini, Nemo Agordi, Adriano Andreani, Vincenzo Blo, Giovanni Bonati, Pietro Borsetti, Flaminio Bottoni, Adamo Bozzani, Bruto Buozzi, Gastone Calabresi, Carlo Celada, Tito Collevati, Antonio Cotichini, Guido Cristofori, Stanislao Di Chiara, Giovanni Gasperini, Amedeo Marchi, Carlo Marchiandi, Ettore Massari, Roberto Nardini, Decio Pavani, Gaetano Preti, Gino Ravenna, Massimo Ridolfi, Ugo Savonuzzi, Gustavo Taddia, Giannetto Termanini, Gioacchino Vaccari.
Vorremmo raccontare la storia di questi atleti, per questo motivo cerchiamo gli eredi di questa squadra, nella speranza di recuperare più informazioni possibili! Interagisci con noi tramite la pagina Facebook “Storia della PGF” o scrivendo a info@pgf-fe.com!
Dal libro dei 50 anni della PGF – Capitolo 6 – La P.G.F. alle Olimpiadi di Londra
Le ansie della vigilia
E arriviamo così al 1908! Annata memorabile questa perché segno sul libro d’oro della Palestra una delle pagine più gloriose con la partecipazione della nostra squadra alle Olimpiadi di Londra
Verso la fine di maggio di questo anno, la Commissione Speciale Italiana, presieduta dagli On.li Deputati Brunialti e Compas [ndr: presumibilmente Carlo Compans de Brichanteau de Challant], unitamente alla Commissione Tecnica per la Federazione Ginnastica Italiana, inviava una circolare alle societa ginnastiche federate, invitandole ad iscriversi ad una eliminatoria per la scelta di una squadra da inviarsi alle Olimpiadi di Londra. Si noti che ogni nazione non poteva, a detta della circolare, inviarne che una.
Il programma doveva essere di iniziativa del Maestro Istruttore e da lui stesso compilato: solo, si pretendeva che l’esercizio fosse eseguito con attrezzo maneggiabile e che la squadra dovesse lavorare non più di 30 minuti.
Le iscrizioni si chiusero il 4 giugno 1908 con 4 società concorrenti: “Mediolanum” di Milano, “Francesco Ferrucci” di Pistoia, “Ferrara” di Ferrara, “Pro Italia” di Spezia.
Il nome della “Francesco Ferrucci” – che era ritenuta una delle più forti squadre e che rappresentò pure l’Italia ai Giuochi Olimpici di Atene [ndr: Atene 1906, i “Giochi Olimpici del Decennale” o “Giochi Olimpici Intermedi” non sono oggi riconosciuti dal CIO] – aveva forse scoraggiato molte società, che decisero mettersi al sicuro dalla probabilità di una sconfitta.
La Commissione Tecnica Italiana dichiarava poi decadute dall’iscrizione le squadre “Mediolanum” di Milano e “Pro Italia” di Spezia, in seguito all’essersi riscontrate in esse irregolarità tanto nel programma presentato e che dovevano eseguire, quanto per riserve fatte da un’altra società concorrente circa la loro iscrizione avvenuta durante una proroga che detta società ritenne dannosa a suo riguardo.
Così che restarono due sole le squadre contendentisi l’onore di potere recare a Londra in rappresentanza dell’Italia: la “Palestra Ferrara” di Ferrara e la “Francesco Ferrucci” di Pistoia.
Notiamo con piacere che l’egregio Presidente Avv. Prof. Giuseppe Buzzoni – a cui spetta il posto d’onore – aiutato dai neo-consiglieri Cristofori Guido, Bragaglia Pietro, Termanini Giannetto, Tagliavini Umberto e Michelini Edmondo, tutti soci attivi e lavoratori, propugnò l’idea di tentare l’arduo cimento, sebbene il nome della “Francesco Ferrucci”, s’imponesse senza uopo di raccomandazioni.
Pur tuttavia, buttata a mare ogni indecisione, si deliberò di tentare la difficile prova.
E per circa 40 giorni, sfidando ogni fatica, resa vieppiù pesante dal clima caldissimo, i nostri bravi ginnasti lavoravano a tutta lena. Il movimento ed i rumori costanti che si udivano nella spaziosa sala della Palestra, additavano che in quel luogo si curavano, si studiavano esercizi destinati a subire la critica ed il voto di una Giuria severa. Ma là non solo si imparava: quei giovani provavano pure la soddisfazione di sentirsi più forti, più sani, maggiormente pronti nell’intelligenza e nel carattere. Tutte queste ragioni, e lo spirito e l’ansia di poter gridare “evviva l’Italia” all’estero, li incuorava all’abnegazione.
Dopo una preparazione in luogo chiuso la squadra fu portata ad esercitarsi nel cortile di S.Margherita, concesso molto proposito dal Municipio.
Fino a che, giunse notizia che il giorno dell’esperimento era stato fissato per lunedì 22 giugno.
L’esperimento doveva aver luogo (così era fissato) in luogo chiuso presente la Giuria. Nessun altro poteva essere ammesso in sala.
La Giuria era composta dai Sigg. Prof. Cav. Cesare Bosco, Cav. Uff. Eugenio Benucci di Spezia, e Cav. Uff. Amedeo Bruttini di Rieti, presieduta dal Presidente della Commissione Tecnica per la Federazione Ginnastica Italiana Prof. Cav. Cesare Tifi di Roma.
Però un buon amico e ginnasta ci ha fornito parecchie spiegazioni.
“Non si poteva lavorar meglio” egli ci ha detto. E soggiunse “con simile esecuzione crediamo di non essere secondi alle prime Palestre…”
Infatti la Presidenza della Società pochi giorni dopo riceveva il seguente dispaccio dalla Commissione Tecnica Federale Italiana:
Presidente Buzzoni.
Giuria Eliminatoria Olimpiade dichiarava prima Palestra Ferrara. Seguono istruzioni.
Presidente Todaro.
I giornali ferraresi pubblicando la notizia dell’ambito incarico affidato alla nostra Palestra affermavano che il merito era solo ed esclusivamente del solerte, indefesso ed instancabile Prof. Alfonso Manarini.
“A Lui, I Soci tutti devono recare le maggiori lodi e i sensi di una sincera riconoscenza.
Ogni sua energia, tutta la sua intelligenza, l’attività sua, ha trionfato nella più difficile e scabrosa prova che volle tentare con la Sua squadra… così la vuol con giustezza chiamare.
A messo però a dura prova la forza dei suoi polmoni. Si racconta che, durante l’istruzione, si poteva udire la sua voce all’angolo di San Romano!
Ogni sua fatica, in questo giorno, ha ricevuto un primo premio con la vittoria della squadra.
Ricordiamo a questo proposito che, circa due mesi prima, in un Concorso di Istruttori di Educazione Fisica tenutosi a Roma, il Prof. Manarini ottenne la grande medaglia d’oro conferita dal Ministro della Pubblica Istruzione. Il tema svolto consisteva in una progressione tecnica di esercizi elementari.
Ebbene, detti esercizi saranno ripetuti dalla squadra durante le gare di Londra.
Al bravo Prof. Manarini vada dunque l’elogio il più sentito di tutta la cittadinanza. A Lui il merito se Ferrara è stata scelta a portare a custodire il nome d’Italia all’Estero.”
Ecco, in ordine alfabetico, i nomi dei componenti della squadra Olimpionica:
Manarini Alfonso, Capo-Squadra; Accorsi Alfredo; Agodi Nemo; Andreani Adriano; Bottoni Flaminio; Borzani Admo; Blo Vincenzo; Borsetti Pietro; Bonati Giovanni; Buozzi Bruto; Cristofori Guido; Calabresi Gastone; Celada Carlo; Collevati Tito; Cotichini Antonio; Di Chiara Stanislao; Gasperini Giovanni; Marchiandi Carlo; Marchi Amedeo; Massari Ettore; Nardini Roberto; Preti Gaetano; Pavani Decio; Ravenna Gino; Ridolfi Massimo; Savonuzzi Ugo; Termanini Giannetto; Tagliavini Umberto; Taddia Gustavo; Vaccari Gioacchino. Alfiere: Pietro Bragaglia.
Le peripezie di viaggio e le festose accoglienze dei Londinesi
Le innumerevoli peripezie di viaggio non fiaccarono lo spirito dei nostri ginnasti e nemmeno lo potevano le peripezie nel soggiorno nella immensa e immane città del nord.
Arrivati sotto un cielo cupo, isolati e sbattuti dalla bufera, i nostri ginnasti si aggiravano nello stadio sterminato sempre fiduciosi nella propria stella. Le avversità della stagione provarono la resistenza della nostra squadra che rispose in modo meraviglioso. Nello stadio si correva a piedi e in bicicletta, si lottava e si saltava, si tirava di scherma e si eseguivano i lanci sempre sotto la pioggia, diguazzando nel fango; e le gare si svolgevano tutte inesorabilmente anche in piena tempesta.
“La lotta fra le squadre internazionali apparve subito circoscritta a due gruppi, a due sistemi: l’uno delle squadre nordiche a sistema svedese, l’altro delle squadre settentrionali che hanno un tipo proprio e un sistema misto.
Fra l’Italia e le squadre della Svezia, Norvegia, Danimarca ecc., si rilevò fin dall’inizio la diversità sostanziale del metodo che ha una giustificazione anche fisiologica e psicologica nella diversità del temperamento e nel carattere delle razze. La giuria inglese ha dato la fronda d’alloro alla scuola svedese; ma il verdetto non ha persuaso nessuno e forse era già temuto prima che venisse pronunciato se la Germania dopo una semplice parata sciolse le vele e tornò in patria. Resta il fatto, però che tutti i ginnasiarchi presenti al Concorso plaudirono al nostro metodo e lo giudicarono il più serio e il più geniale.
E sotto le brume malinconiche della metropoli inglese, raccolti attorno al drappo tricolore donato alla squadra da S.M. la Regina Margherita, i nostri ginnasti provarono che il sangue latino e la fibra italiana potevano tener il campo con onore di fronte alle razze anglo-sassoni anche nei ludi olimpionici.”
La Palestra Ginnastica Ferrara ebbe durante la sua permanenza a Londra festose accoglienze sia da parte dei connazionali sia da parte degli stessi inglesi. S.E. il Marchese San Giuliano, nostro Ambasciatore, si prodigò perché tutti serbassero una grata impressione della visita a Londra e della sua signorile accoglienza.
Il trionfale ritorno degli Olimpionici vittoriosi
Per dare un esatto rilievo all’importanza e al valore delle affermazioni ottenute basta richiamare alla memoria i giorni che seguirono, il trionfale ritorno della nostra squadra e le imponenti feste che Ferrara tributò ai suoi valorosi figli: per alcuni giorni la città fu eccezionalmente animata, ad ogni finestra garriva un tricolore, in ogni strada risonavano echi di canti mentre cortei interminabili sfilavano tra sventolio di bandiere, evvivate e gettito di fiori. Ferrara, l’apatica, la silenziosa, la malinconica città dell’abbandono sembrò svegliarsi improvvisamente da un lungo sonno chiamata da un’eco dell’antico splendore.
La cittadina che aveva seguito trepidando le vicende delle Olimpiadi di Londra, che aveva conosciuto in pochi giorni tutti gli scoramenti, tutte le speranze e tutti gli entusiasmi s’era svegliata essa pure e preparava febbrilmente, gioiosamente, le più calde accoglienze ai valorosi ginnasti che tornavano.
Il 23 luglio 1908 verso le 10 del mattino partiva dal Castello Estense verso la stazione un lungo corteo aperto da un plotone di pompieri cui seguivano la Banda Comunale, la fanfara della Palestra con i soci e il Consiglio della gloriosa Associazione, la Palestra Cattolica “Pro Juventute”, gli studenti Universitari, gli allievi del Ginnasio, del Liceo, delle Scuole Tecniche e delle Magistrali, la Palestra di Cento, le scolaresche dell’Umberto I, del Battista Guarini, dell’Orfanotrofio, la banda dell’Orfanotrofio, le rappresentanze e i vessilli delle Società Corali Mazzolani, Orfeonica, Frescobaldi, Bellini, Adofili, Verdi (Porotto), delle Società Reduci Patrie Battaglie, Veterani 1848-49, Reduci di Mare, Carabinieri in congedo, Tiro a Segno di Ferrara e di Copparo, Consociazione M.O., Società Operaia, Tipografi, Barbieri, M.S. Muratori, Agenti, Commessi, Manifatturieri, Amarratori, Croce Verde, Circolo Socialista, Circolo Negozianti, Circolo Popolare Cattolico, Pompieri, Foot Ball Club, Società Operaia Cattolica, Croce Rossa, Operaia di Francolino, Cacciatori, Macellai, ecc., oltre la banda Ariosto e diverse fanfare.
L’arrivo dei ginnasti fu salutato da interminabili frenetici applausi: momenti di indescrivibile entusiasmo che rimasero fortemente impressi nella memoria di ogni astante.
I ginnasti, oggetto di ammirazione generale, comandati dal loro Maestro, sfilarono in fondo al piazzale.
Intanto il Sindaco Magni rivolgeva loro brevi parole di saluto felicitandosi del grande trionfo ottenuto alle Olimpiadi. Il discorso del Sindaco fu accolto da applausi.
Quindi il Comm. Gatti Casazza, rappresentante la Deputazione Provinciale, pronunciò il seguente discorso:
“Nella mia qualità di Presidente del Comitato provinciale dell’Istituto nazionale per la educazione fisica, ma meglio ancora nella mia veste di Capo dell’Amministrazione provinciale, sento di non potermi dispensare dal portare all’unisono la espressione del sentimento mio con quello dell’illustre Sindaco della nostra cara città nel cospetto di Voi, – baldi campioni della Palestra “Ferrara” – reduci dallo avere assai degnamente rappresentata l’Italia alle Olimpiadi di Londra.
Ognuno che si pregi del titolo di cittadino ferrarese, sia egli del capoluogo o del più modesto villaggio della provincia, non può non essere vivo allo stesso palpito che scuote, esalta, commove l’animo mio nell’atto di salutare in Voi la gloriosa coorte che, scelta fra le Palestre Ginnastiche Italiane a far valere il pregio dei nostri sistemi e a mostrare la prestanza, l’ardimento e la disciplina dei giovani nostri nei ludi ginnici, in confronto alle rappresentanze delle altre nazioni, seppe – in difficilissime condizioni di clima e di terreni – conseguire, con l’ammirazione e il paluso universale, tale classifica da soddisfare le più rigorose esigenze, da giustificare il nostro legittimo orgoglio nazionale.
Io sono fiero di pertanto, o prodi Palestrini, di proclamarvi nel nome della Provincia benemeriti della già chiarissima fama dei ferraresi – sempre all’avanguardia in tutte le nobili imprese aventi per iscopo l’onore e la gloria della patria adorata. Voi foste pari alla nostra aspettazione in cotesto difficile cimento e però vi è ben dovuto l’affettuoso entusiasmo col quale la cittadinanza maternamente saluta il vostro ritorno e rende in pari tempo omaggio al vessillo glorioso della Federazione Ginnastica Nazionale, cui voi aggiungeste testè lustro novello ed al quale io mi inchino colla reverenza del vecchio patriota, fidente nello spirito e nelle energie intellettuali, fisiche e morali delle nuove generazioni pel compimento del supremo ideale tramandatoci dai nostri avi: il primato civile degli italiani.
Egli è dall’anima accesa dal raggio incantevole di sì bella visione, che io, o baldi Palestrini, con senso di profonda commozione vi porgo l’evviva della Provincia, il bacio tenerissimo della nostra grande madre, l’Italia!”
Rispose con parole ispirate e commosse l’Avv. Buzzoni, Presidente della Palestra “Ferrara”. Noi non tentiamo nemmeno di riprodurre in sunto il discorso smagliante dell’Avv. Buzzoni sulla bocca del quale era evidente la commozione interiore, perché ci sembra impossibile poter riprodurre senza storpiare le eleganze veramente meravigliose uscite dalla bocca dell’oratore.
Quindi il corteo, fra gli evviva della folla immensa che si calcava lungo la via, accompagnato dal suono alternato delle bande, si avviò in città e percorrendo viale Cavour, piazza Pace, piazza Cattedrale, via Mazzini, via Scienze, giunse fino alla sede della Palestra dove il Prof. Tifi si dichiarò lieto delle grandi e meritate onorificenze fatte alla Squadra ferrarese e, invitando i palestrini a a trovarsi in sede alle ore 15.30, sciolse il corteo.
Nel pomeriggio alle ore 15 la solita folla festante percorreva le vie e le piazze della città.
Quando alle 15.30 comparvero in Piazza della Cattedrale i palestrini condotti dal loro maestro, una immensa ovazione scoppiò dalla folla.
Nel cortile del Castello Estense si formò di nuovo il corteo che si avviò poscia alla volta del Municipio, dove ebbe luogo un solenne ricevimento.
La sala del Plebiscito, magnificamente addobbata per l’occasione, presentava un aspetto imponente. Molte tavole disposte in semicerchio erano state apparecchiate pel vermouth d’onore.
L’Avv. Magni, Sindaco del Comune, lesse i seguenti telegrammi:
“Forzatamente lontano prego considerarmi aderente porgere mio saluto e plauso vivissimo squadra che ha superato con onore difficile prova, affermando fama nostra Palestra, valentia suo Maestro, dimostrando gioventù presente degna fiducia patria. – On. Pietro Niccolini.”
– CONTINUA –