Kovtun a Ferrara, la prima volta dopo l’argento olimpico di Parigi
“Chissà se la luna di Kiev è bella come la luna di Roma” si chiedeva Gianni Rodari nella sua celebre poesia contro ogni guerra. Quello che sappiamo noi è che la medaglia olimpica d’argento conquistata da Illia Kovtun brilla intensa come la luna anche per noi, regalando intense emozioni, per le vibrazioni che emana solo a stargli vicino.
Una medaglia che “fa lume a tutti quanti”, ma quanto di più a chi conosce la storia che ci sta dietro, o ancor meglio “dentro”, quando si apre il cofanetto dove viene riposta con cura da Irina Gorbacheva, l’allenatrice che ha dedicato tutta sé stessa per portare Illia sul gradino del podio di Parigi.
Una medaglia che aspettavamo con trepidazione di vedere, come aspettavamo di riabbracciare Illia e Irina dopo questo successo, noi che eravamo incollati alla tv in quei giorni, in un tifo senza confini, come la bellezza della luna.
L’occasione è una “toccata e fuga” rapida come un’esecuzione al volteggio, per rimanere in ambito ginnico, del Campionissimo Ucraino a Ferrara, per un allenamento di squadra ed espletare i documenti burocratici in vista della prossima stagione di serie A1, dove per il quinto anno sarà protagonista con i colori della Palestra Ginnastica Ferrara, pronto ad illuminare i palazzetti dove si svolgeranno le prove. Illia, dopo lo scoppio della guerra e la prima accoglienza, assieme ad altri 24 rappresentasti della nazionale ucraina di ginnastica artistica, a Ferrara, in una rete di accoglienza che ha aperto i cuori della città, ha preso come base logistica, la cittadina croata Osijek, dalla quale si muove con ritmo frenetico per tutte le competizioni nelle quali è impegnato. Questo non gli impedisce di mantenere, per Ferrara e l’Italia, un posto privilegiato nel cuore, un legame che va ben oltre ad un mero tesseramento.
Nella cena di questa rapida visita c’è tanta voglia di raccontare, e noi di ascoltare, l’ultimo capitolo della storia, quello che va dalla finale scudetto di Firenze, con il 4° posto conquistato dalla PGF, alla medaglia, iniziando a sbirciare, come se i quadrienni olimpici fossero libri assestanti, le prime pagine di quello con sopra scritto Los Angeles.
“Illia, non ci vediamo dalla finale di Firenze, sono stati mesi bellissimi, guardandoli ora, ma molto complessi per come sono arrivati i risultati dopo la finale scudetto”
“Sì, ai Campionati Europei di Rimini sono riuscito a conquistare tre medaglie d’Oro, ma non tutto ha funzionato come avrebbe dovuto perché mi sono infortunato nuovamente, una bella batosta dopo l’operazione dell’inverno scorso. Ma l’ambizione per i Giochi era tanta, così abbiamo lavorato al massimo, accelerando i tempi della riabilitazione svolta in Germania”
“I tuoi secondi Giochi Olimpici, così profondamente diversi dai primi! Com’è stato entrare al villaggio di Parigi?”
“Stavolta sapevamo bene a cosa dovevamo essere preparati e cosa ci aspettava. Sono molto maturato e sapevo bene cosa volevo, perché ero a Parigi. Non c’era nulla d’inaspettato al villaggio: avevamo visto già tutto sui social network e sapevamo come affrontarlo. Eravamo interessati a poche cose: allenamenti, gare e gli orari degli autobus da e per gli impianti. Non eravamo in vacanza, eravamo lì per mostrare per cosa avevamo così duramente lavorato! L’unica cosa che posso dire è che le palestre erano fantastiche, tutto di un colore insolito ma molto bello, ideale per lo spettacolo!”
“e, questa volta, c’era anche il pubblico sugli spalti!”
“Il pubblico è tornato sugli spalti già da tempo, la cosa non mi spaventava, sapevo cosa comporta, anzi, ai Giochi c’era una tribuna enorme e tanta gente, e tutto questo mi ispira e mi aiuta ad essere ancora più concentrato! Il pubblico mi sostiene e mi da fiducia in me stesso, nei miei punti di forza! Già agli Europei in Italia ero stato accolto da grande calore, e questo è stato di grande supporto!”
“Le qualifiche ti hanno dato la possibilità di accedere a 4 finali, il concorso generale a squadre, individuale e le specialità di corpo libero e parallele. La prima, quella a squadre, vedeva al via te e i tuoi compagni come campioni d’Europa, una prova vinta grazie ad una tua prestazione straordinaria”
“Sì, eravamo effettivamente i Campioni Europei, ma qua era molto diverso con le super potenze extra europee, e noi possiamo contare solo su due atleti, io e Oleg Vernayaev, in grado di fare classifica, troppo poco per lottare per una medaglia olimpica, dove servono almeno quattro ginnasti. Il quinto posto è stato comunque un grande risultato”.
“Ed è poi arrivato il tuo momento come individualista”
“Dopo il concorso generale ero un po’ turbato, volevo essere tra i primi tre, ma so di aver commesso alcune sbavature. Nonostante questo, ho lottato fino all’ultimo, ma i giudici hanno così valutato, mettendoci tutti nel giusto ordine, anche se arrivare quarto, con un piccolo distacco dal terzo posto [ndr: meno di 2 decimi], non è facile.”
“Sai, durante i Giochi in Italia si è parlato molto del valore del quarto posto, perché anche tanti atleti italiani hanno raggiunto questo risultato. Io mi chiedevo anche come raccontarlo, perché un quarto posto, per quanto sia pesante, non sempre è una sconfitta, dipende molto anche da come arriva”
“Infatti, dopo l’all around, è arrivato il momento del corpo libero: considerando l’operazione, la riabilitazione e tutti gli ostacoli affrontati, molti credevano che neppure sarei arrivato in finale; invece ero lì e sono arrivato quarto, battendo molti dei ginnasti più forti in questa specialità, è stato un risultato magnifico!”
“Ma c’era ancora la finale alle parallele, quella che probabilmente sentivi più tua”
“Ho vinto la Coppa del Mondo in questo attrezzo per 3 anni consecutivi e, nell’ultimo anno, abbiamo lavorato su elementi molto complessi. Gli altri finalisti, tranne me, avevano già vinto medaglie olimpiche, quindi era necessario dare il massimo, decidendo di presentare la nostra esecuzione più difficile (7.0). Il sorteggio non mi ha aiutato, facendomi gareggiare per primo. A quel punto ho pensato solo a far uscire tutto il mio valore, poi sarebbe andata come Dio avrebbe voluto e i Giudici valutato. Ho eseguito al meglio il mio esercizio più difficile, poi è stata una lunga attesa, osservando gli altri sette ginnasti. Abbiamo capito che il cinese Zou Jingyuan era stato il migliore, era chiaro a tutto il mondo, ma noi abbiamo mantenuto fino alla fine la seconda posizione, sfruttando al massimo le nostre possibilità!”
“Irina, lo chiedo a te, che emozione è stata conquistare questa medaglia?”
“Un grande entusiasmo, come sempre! Ogni volta mi preoccupo con tutta me stessa per le gare di Illia, a tutti i livelli! Per noi questa non è solo sport, è vita! Illia meritava questa medaglia d’argento, è davvero sua! E siamo molto grati alla giuria per aver valutato in questo modo. Credo però che Illia non si sia pienamente realizzato in queste Olimpiadi. È capace e può di fare di più! E credo che questo lo renderà ancora più forte, con la voglia di conquistare nuove vette! Per la federazione ucraina questa è una medaglia importantissima: negli ultimi due cicli olimpici questa è l’unica medaglia vinta; quindi, spero che se ne rendano conto, lo comprendano e apprezzino.”
“E per il popolo ucraino?”
“Il popolo ucraino alla fine del 2024 ha votato i migliori atleti dell’anno e Illia è arrivato terzo, dietro ai pugili Usik e Khizhnyak. Per questo credo che la gente comune abbia apprezzato con orgoglio il nostro risultato, vedendo quanti ostacoli abbiamo superato nel nostro cammino verso questa medaglia, in un momento molto importante e difficile per loro. Il popolo ucraino ama, apprezza e rispetta Illia!
“Hai già introdotto tu l’argomento, cosa puoi dirci di più del nuovo quadriennio olimpico che si apre, o almeno del 2025?”
“In questo quadriennio Illia è andato fortissimo, conquistando medaglie in tutte le competizioni, ad eccezione dei mondiali 2022, quando era infortunato ad una spalla. Il tutto grazie ad un lavoro molto duro e stancante. Per questo il 2025 deve essere necessariamente un anno di rigenerazione e studio. Sono state introdotte nuove regole ed cambiato il codice dei punteggi, questo ci porta ad imparare nuovi elementi per preparare qualcosa di nuovo sugli attrezzi, curando allo stesso tempo il fisico, per prevenire nuovi infortuni e provare a migliorare in vista di Los Angeles, a Dio piacendo!”
“Sai, davvero si può dire che da noi il tifo per Illia in questi Giochi ha valicato ogni confine, ed ogni volta che arrivate è una grande gioia, come hai visto oggi durante l’allenamento e quando Illia ha fatto vedere ai bimbi in palestra la sua medaglia”
“In Italia siamo davvero i benvenuti e Illia è amato. Tutta l’Italia, non solo Ferrara, ci tratta benissimo. In più qui è come se fossimo nella nostra stessa famiglia! Per noi la PGF è la nostra famiglia sportiva, dove ci sono tutti molto cari e vicini! E anche quest’anno cercheremo di arrivare in finale e lottare come una squadra per una medaglia nel Campionato Italiano! Dobbiamo tutti lavorare sodo per riuscirci, possiamo farcela, c’è una possibilità e non possiamo perderla! Inoltre, per questo 2025, voglio augurare a tutti pace, felicità, amore e bontà!