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Polmo100: il Bronzo Olimpico di Orlando Polmonari di Roma 1960

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Il 2024 è un anno molto speciale per la figura di Orlando Polmonari: è l’anno del centenario della nascita, l’11 marzo, è l’anno del decennale della morte, passato da pochissimi giorni, il 27 agosto, è l’anno del decennale dell’intitolazione a lui del PALAGYM, il 22 novembre. Mentre abbiamo celebrato la prima ricorrenza, non ci siamo soffermati molto sulla seconda, non per dimenticanza ma perché abbiamo deciso di ricordarla concentrarci sul momento sportivo più importante dell’incredibile carriera del Palestrino.

Oggi, 7 settembre, sessantaquattro anni fa. Ho un biglietto speciale, per assistere ad una delle finali più emozionanti dei Giochi della XVII Olimpiade, quella del concorso generale a squadre di Ginnastica Artistica Maschile.

Come tutto il programma della ginnastica anche questa competizione, sviluppata su 3 giorni, dal 5 al 7 settembre 1960, si svolge presso le spettacolari Terme di Caracalla, inaugurate nel 217 dallo stesso Imperatore al quale sono intitolate.

L’impianto studiato per i Giochi è eretto nella palestra laterale sinistra guardando il boccascena dell’attuale teatro lirico. Tutto il campo di gara è completamente libero alla visuale, dando vita ad un teatro eccezionale per un evento unico.

La squadra italiana, formata da Franco Menichelli, Giovanni Carminucci, Angelo Vicardi, Pasquale Carminucci, Gianfranco Marzolla e Orlando Polmonari, ha un obbiettivo ben preciso da centrare, il podio, ma i 6 portacolori sanno che non sarà facile.

La storia di ognuno di loro è complessa, ma a noi in particolar modo interessa quella dell’estense Orlando Polmonari. Il “Palestrino”, come a Ferrara si è soliti chiamare i portacolori della Palestra Ginnastica Ferrara, ha 37 anni e con quella di Roma avrebbe potuto vantare quattro partecipazioni olimpiche ma, complice un fato spesso avverso, Orlando è solo alla seconda. Infatti, dopo la Guerra che gli è costata la deportazione in Germania come punizione per aver dato uno schiaffo a un ufficiale tedesco, riprende subito l’attività sportiva arrivando ad un soffio dalle Olimpiadi del 1948 a Londra, alle quali però infine non partecipa per motivi finanziari. Quattro anni più tardi nessuno può impedirgli di essere ad Helsinki, mentre rimane senza biglietto per il viaggio in Australia, a Melbourne, sfumato per un contrasto con la Federazione che lascia a casa l’intera squadra azzurra di ginnastica maschile. Ma, 8 anni dopo la Finlandia, a Roma sa che è il suo momento, sa che alla sua età il “Sogno a 5 Cerchi” terminerà con quella finale, quel 7 settembre. E non può sbagliare.

Il resto è Storia, il susseguirsi delle rotazioni è rapido in un concorso che prevedeva esercizi liberi e obbligatori al corpo libero, al volteggio, alle parallele, alla sbarra, agli anelli e al cavallo con maniglie per ognuno dei 6 atleti delle 20 nazionali qualificate. La lotta per l’Oro diventa presto un affare a due tra Giapponesi, che la spunteranno, e Russi. Ma il bronzo no, il bronzo è li alla portata. Pochi, pochissimi, punti, racchiudono i nostri, la Cecoslovacchia, gli Stati Uniti, la Germania… e Polmonari lo sa, e al cavallo con maniglie, il suo “attrezzo”, ottiene il punteggio di 9.50, il risultando migliore tra gli azzurri, contribuendo a scavare quel piccolo divario di meno di 2 punti che consentirà al sestetto italiano di coronare il sogno di gloria. La medaglia di bronzo è loro, pronta per essere appesa al collo.

Oggi come sessant’anni fa si fa festa per quella medaglia, ricordata con enfasi dai suoi protagonisti, oggi con una differenza: da dieci anni Orlando Polmonari non c’è più, morto novantenne nella sua Ferrara il 27 agosto 2014, dopo aver dedicato il resto della sua vita all’insegnamento della ginnastica, alla pittura e alla sua famiglia. Il suo ricordo è però sempre vivo nella casa della Palestra Ginnastica Ferrara, il PALAGYM, uno dei più importanti impianti sportivi per la ginnastica (agonistica e “sociale”) in Italia, che gli è stato intitolato già al trigesimo della sua scomparsa, è sempre pieno di giovani atleti pronti a formarsi e rivivere un sogno grande come il suo, grazie agli insegnamenti dei suoi eredi.

«Polmonari, il “nonno olimpionico” — racconta il nipote Claudio Pasquali, anche lui ex ginnasta, ora allenatore della Palestra Ginnastica Ferrara e Direttore Tecnico Regionale della FGI — era una persona sempre allegra, spensierata e piena di energia, un artista eclettico amante del ballo e della vita; mi sono spesso chiesto con quale spirito invece Orlando abbia potuto affrontare una gara così impegnativa come quella delle Olimpiadi di Roma, che impone di stare in un contesto pieno di tensioni e di difficoltà. A questo interrogativo, ho sempre faticato a dare risposta, fino a quando ho ricevuto questa bellissima fotografia in bianco e nero inviatami da Gianfranco Marzolla (compagno di squadra di Polmonari): si tratta di una foto scattata durante la gara di Roma, ed è bellissima perché mostra come tutti i membri della squadra siano profondamente concentrati nell’osservare l’esercizio del compagno Angelo Vicardi (nella foto da sinistra vediamo infatti: Giovanni Carminucci, Gianfranco Marzolla, Franco Menichelli, Pasquale Carminucci e in ultimo a destra Orlando Polmonari). Della gara non si hanno a disposizione che pochi documenti, ma questa foto, meglio degli altri, è capace di proiettarci all’interno delle terme di Caracalla e farci rivivere il clima e le emozioni di quei momenti concitati e di trepidazione, sui quali tanto a lungo mi sono interrogato e ho cercato di immaginare. Credo che questo spirito di squadra, che la foto mette in perfetta luce, sia stato determinante nel far raggiungere a questi sei grandi atleti il meraviglioso traguardo che hanno conquistato: il bronzo olimpico nel concorso a squadre del 1960, regalando a Polmonari e alla Palestra Ginnastica Ferrara uno dei risultati più importanti e indimenticabili».